Il diavolo a Torino

Oltre alla citata appartenenza al triangolo della magia nera, perché Torino è da sempre considerata una città satanica?

Secondo alcuni la sua fama nacque storicamente durante il Risorgimento quando il governo piemontese, per ostacolare il potere del clero, lasciò evolvere liberamente gruppi religiosi, magici e occulti alternativi alla Chiesa cattolica.

Ci fu un fatto in particolare degli anni ’80 che riportò la città sotto i riflettori.  Negli anni compresi tra il 1981 e il 1983, uno studio effettuato dall’Università di Torino stabilì che ben 1350 torinesi manifestarono la possessione demoniaca, rivolgendosi quindi ad un sacerdote per esserne liberati. La maggioranza di questi casi però è risultata essere legata a malattie psicosomatiche, crisi nervose e paranoia, mentre solo in 16 casi si è parlato di una possibile possessione demoniaca. L’apice di tutto ciò arrivò il 26 giugno 1984 quando il cardinal Ballestrero, nell’omelia del Corpus Domini, denunciò apertamente i furti sacrileghi di ostie consacrate ed il proliferare di rituali diabolici all’interno della città. Inoltre,  pochissimo tempo dopo,  giunse la notizia che il cardinale aveva autorizzato ben sei nuovi sacerdoti all’esercizio del ministero di esorcista solo per la città di Torino, quando in tutta Italia ne era a malapena presente uno per ogni regione. Inutile spiegare il panico e la paranoia che si venne a creare tra i torinesi. Per calmare la situazione intervenne monsignor Franco Peradotto, allora vicario generale dell’arcivescovo, spiegando che le nuove nomine di esorcisti corrispondevano a due motivi precisi: il primo era di sostituire i vecchi e stanchi sacerdoti precedenti, il secondo invece teso a fare chiarezza sull’argomento e rispondere con serietà all’aumento delle richieste da parte di molti fedeli.

Come si può facilmente intuire, due furono le categorie di persone che servirono maggiormente della situazione: gli approfittatori e i giornalisti. Nel giro di pochissimo tempo si venne a costituire un vero e proprio esercito formato da centinaia di improvvisati maghi, fattucchiere e veggenti che nei loro spazi pubblicitari si definivano: “Esperti in magia nera” oppure ancora si (auto)proclamavano “esorcisti” avendo, come unica conseguenza, quella di peggiorare ulteriormente le cose. Molti di loro infatti non si ponevano (e non lo fanno tutt’oggi) alcuno scrupolo, approfittandosi delle persone più deboli e arrivando a chiedere ingenti somme di denaro ai poveri malcapitati.

Per quanto riguarda i media, appena si diffuse la notizia dei sei esorcisti nominati e del discorso del cardinal Ballestrero, giornali e televisioni di tutto il mondo si recarono a Torino per tentare di far luce su questi “fatti oscuri”. Si scatenò così la caccia al tempio magico e al mago in grado di organizzare un rituale nero di fronte alle telecamere, provocando un vero e proprio scompiglio tra i cittadini sempre più spaventati.

Ma, cosa peggiore, è in questo periodo che nasce il “mito” per cui Torino sarebbe la dimora di ben 40 mila seguaci di Satana e la “leggenda” che ogni notte in città vengono praticati decine e decine di rituali satanici. Questo è decisamente un mito da sfatare in quanto per prima cosa su oltre un milione e mezzo di abitati i veri satanisti possono essere si e no meno di un centinaio e, seconda cosa, quelle che vengono praticate sono piuttosto le parodie dei veri rituali satanici. E la differenza è abissale.

Riguardo a ciò, vorrei spendere alcune righe per chiarire quali siano i VERI requisiti di un rituale satanico, così da comprendere le differenze con i riti che sempre più spesso vengono praticati non solo a Torino, ma un po’ in tutta Italia e chiarire anche chi siano i VERI satanisti.

Innanzitutto una messa nera va celebrata con il favore delle tenebre, cioè in un momento in cui la luna non sia visibile nel cielo. La “luna nera” è una condizione che si verifica quando l’astro, terminata la sua fase calante, sta per riprendere la fase ascendente. Questa mancanza di forza-luce è determinante alla riuscita del rituale. In base a ciò solo due notti su trenta sono favorevoli al corretto svolgimento del rito.  Ma c’è ben altro. Un vero rituale satanico richiede l’uso di un vero altare sconsacrato, di un vero sacerdote spretato e di veri oggetti sacri. C’è però un altro requisito, più difficile da reperire: è necessaria una giovane donna vergine. È evidente come far coincidere tutti questi elementi non sia un lavoro da poco. Anticamente il rituale era ancora più complesso e cruento. Oggi viene sacrificato un gallo nero mentre nel Medioevo venivano sacrificati i bambini. Inoltre, per quanto riguarda i veri satanisti, si tratta per lo più di individui di livello sociale ed intellettuale elevato che non hanno improvvisato nulla, ma che hanno fatto la scelta di un Dio diverso.

Viene quindi da chiedersi: chi sono gli altri 40mila seguaci di Satana? Gli esperti sostengono che a Torino vi sia un gran numero di gruppi spontanei costituiti sostanzialmente da giovani che si sentono vittime di un malessere collettivo e quindi sempre alla ricerca di un’alternativa di evasione, di realizzazione. C’è anche da precisare che quasi sempre queste presunte messe nere terminano con un ammucchiata, la quale è l’unico scopo per cui il rituale stesso viene allestito. Nei rituali satanici infatti si esasperano le componenti sessuali e macabri presenti naturalmente nell’essere umano. I giovani sono la categoria più esposta alle influenze delle sette e inoltre le loro conoscenze sono in gran parte condizionate dall’eco dei mass media e dalla letteratura magico-esoterica di basso livello e sempre più alla portata di tutti, per non parlare dell’effetto che certi programmi e serial televisivi hanno e, infine, da un punto di vista antropologico, va osservato come la setta permetta l’aggregazione.

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